L’osteopatia nella diagnosi e nella terapia della disfonia iperfunzionale

titolo originale tradotto: “L’impiego del trattamento osteopatico nella diagnosi e nella terapia interdisciplinare della disfonia iperfunzionale” di E. Niebudek-Bogusz, S. Marszalek, E. Woznicka, J. Malinska, W. Golusinskitratto da Issue of Rehabilitation, Orthopaedics, Neurophysiology and Sport Promotion, 2013. Link all’articolo originale

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Con l’avvento dell’era informatica la voce umana è diventata uno dei principali strumenti in molte professioni. In alcune di esse il carico a cui viene sottoposto l’apparato vocale è significativo e i problemi vocali che compaiono si presentano spesso in una forma di “disfonia iperfunzionale” e ciò rende problematica la diagnosi e il trattamento.
La laringe, sottoposta a uno sforzo vocale prolungato, esegue un grande lavoro. Se la produzione vocale è scorretta, il sovraccarico della glottide è patologicamente compensato da un’eccessiva tensione nei muscoli della laringe e del collo. Ciò può portare allo sviluppo della sindrome da tensione/fatica laringea. I pazienti sperimentano stanchezza vocale, una sensazione di fastidio nell’area del collo e della gola e a volte anche un dolore acuto che impedisce loro l’emissione della voce [3,4]. Inoltre, l’eziologia dei disturbi vocali funzionali della tipologia “iperfunzionale” include problematiche di adattamento allo stress che possono essere responsabili delle patologie vocali [5].

Alcuni meccanismi possono spiegare la correlazione tra stress e disturbi vocali:

1. lo spostamento della tensione (per esempio dai muscoli del collo e della colonna vertebrale ai muscoli interni ed esterni della laringe e viceversa)
2. il blocco della reazione, che causa l’irrigidimento della gola
3. l’accorciamento del respiro come reazione allo stress, che porta alla compromissione della fonazione.

Perciò non risulta sorprendente che la disfonia iperfunzionale causi un’eccessiva tensione non solo nei muscoli della laringe, della gola, del viso e del collo ma anche in quelli della colonna, del petto e della parete addominale.

Negli stadi precoci i disturbi vocali di tipo iperfunzionale sono appunto funzionali, ovvero non vi sono alterazioni morfologiche nella laringe e la disfunzione è reversibile. La disfonia iperfunzionale non curata spesso produce cambiamenti organici della glottide (per esempio polipi e noduli) che richiedono un intervento chirurgico. Tuttavia è da evidenziare che negli stadi precoci con piccole alterazioni patologiche, come noduli vocali o polipi alle corde vocali, questi possono essere risolti con un’appropriata riabilitazione vocale senza l’ausilio della chirurgia.
Pertanto la terapia delle disfunzioni vocali richiede un’adeguata gestione da parte di un gruppo interdisciplinare [6].

Uno dei metodi utilizzati è la riabilitazione della voce che ha come obiettivo il ripristino di una corretta e ottimale funzione della produzione vocale e il miglioramento delle condizioni del tratto vocale. La riabilitazione dovrebbe essere preceduta dalla diagnosi funzionale da parte di uno specialista laringoiatra-foniatra. L’esame videostroboscopico è una parte importante della diagnosi in quanto permette l’osservazione in diretta di immagini ingrandite della laringe durante la respirazione e la fonazione. Gli ultimi standard europei sottolineano che il trattamento delle disfunzioni vocali dovrebbe essere complesso e interdisciplinare sulla base dei bisogni individuali del paziente [7,8].

È sempre più comune per i gruppi di specialisti formati da laringologi, foniatri e logopedisti l’inclusione di psicologi e fisioterapisti. Bisogna evidenziare che il lavoro fisioterapico è estremamente efficace nel trattamento dei disturbi vocali iperfunzionali correlati all’aumento della tensione miofasciale nell’area della laringe, della gola e delle strutture circostanti. Il compito del fisioterapista, preferibilmente specializzato in ambito osteopatico, è quello di migliorare la biomeccanica miofasciale dell’apparato fonatorio.

Obiettivo
La finalità di questo lavoro è la presentazione di un approccio terapeutico moderno ed interdisciplinare in pazienti che presentano disturbi dell’organo vocale, ponendo l’attenzione sulla terapia osteopatica.

Terapia dei disturbi vocali
Secondo gli standard europei il trattamento dei disturbi vocali si suddivide in terapia diretta (insegnamento di tecniche corrette di produzione vocale) e terapia indiretta (insegnamento dell’igiene vocale e di uno stile di vita sano) [9,10].

Terapia vocale indiretta
Il primo passo nel processo riabilitativo è educare all’igiene vocale. Ciò avviene durante due incontri individuali del paziente con il logopedista focalizzati sui seguenti argomenti:
fisiologia della produzione vocale;
regole per una corretta produzione vocale;
ambiente lavorativo, con particolare enfasi sul microclima delle stanze e l’inquinamento acustico del luogo di lavoro;
effetti nocivi dell’uso eccessivo della voce e del suo sovraccarico;
cambiamento delle abitudini di utilizzo della voce;
igiene personale (per esempio cura dell’attività fisica, lubrificazione appropriata delle corde vocali, eliminazione di sostanze eccitanti incluso fumo, alcol e medicine che seccano la membrana mucosa della gola e della laringe);
cambio delle abitudini alimentari (per esempio evitare l’assunzione di pasti abbondanti e snack prima di dormire, piatti ad alto contenuto di grassi e troppo piccanti, non assumere caffé e tè concentrati; quest’ultima è una misura preventiva anche in caso di pazienti affetti da reflusso gastroesofageo associato alla disfonia professionale);
tecniche di gestione dello stress sul luogo di lavoro.

 

Terapia vocale diretta

Il secondo passo è l’allenamento vocale che ha come obiettivo la correzione della produzione vocale mediante il miglioramento della respirazione, della fonazione e della coordinazione articolatoria [11,12]. Gli esercizi più utilizzati nella terapia delle disfonie iperfunzionali sono:

Esercizi di respirazione e di rilassamento
Questa fase include l’esecuzione di esercizi in una corretta postura corporea, esercizi di rilassamento che riducono o eliminano la tensione nella muscolatura del viso, del collo e della nuca, così come esercizi di respirazione che aiutano il paziente ad acquisire una corretta tecnica respiratoria. Attraverso esercizi respiratori sistematici il paziente apprende a respirare in modo appropriato e questo alla fine aiuta a ripristinare la funzionalità e l’efficacia.

Esercizi di fonazione
Questa fase permette al paziente di produrre liberamente e senza sforzo suoni morbidi, di parlare all’altezza vocale più economica e confortevole : gli esercizi permettono di sviluppare la capacità di modulazione della forza e dell’altezza vocale che dipendono da una corretta respirazione e fonazione. Altri importanti esercizi sono quelli che stimolano e utilizzano tutti i risuonatori e le camere di risonanza in modo da acquisire la massima risonanza. La corretta organizzazione delle cavità di risonanza che si acquisisce collegando il risuonatore toracico con i risuonatori superiori, influenzerà la portata e il timbro della voce e permetterà un funzionamento efficace ed economico dell’apparato vocale.

Esercizi di articolazione
La riabilitazione diretta della voce include anche esercizi di articolazione con l’obiettivo di rimuovere la tensione non necessaria dal tratto vocale e di raggiungere una naturale disposizione dei suoi elementi. Per riuscire in questo viene richiesto al paziente di eseguire esercizi atti a migliorare l’apparato vocale, lavorando sull’elasticità e la forza muscolare degli organi articolatori. Il passo successivo è quello di perfezionare la tecnica di produzione vocale lavorando sulla pronuncia chiara delle vocali e delle consonanti, sul moderare il tempo della produzione, sull’ampiezza dell’apertura della bocca e il corretto abbassamento della mandibola.

Esercizi di adattamento e integrazione
Gli stadi precoci di questa riabilitazione includono esercizi di autocorrezione uditiva: si insegna al paziente a trovare le differenze tra una produzione vocale corretta e una scorretta. La fase successiva introduce esercizi su alcuni elementi acquisiti e invariabili di produzioni vocali corrette da impiegare in conversazioni e frasi che richiedono uno sforzo vocale maggiore. Durante questo esercizio il logopedista valuta il progresso ottenuto dal paziente. Particolare attenzione viene dedicata alla postura, alla corretta tecnica di respirazione, al corretto supporto respiratorio, alla capacità di liberare i risuonatori superiori ed inferiori, alla corretta fonazione e articolazione durante il discorso libero del paziente. Se necessario, al paziente viene richiesto di eseguire altri esercizi di respirazione, rilassamento, fonazione e articolazione. Ultimamente viene dedicata sempre più attenzione alla terapia manuale applicata all’apparato vocale.

Massaggio laringeo
Il massaggio laringeo, o terapia manuale laringea (laryngeal manual therapy LMT), consiste in un massaggio dei muscoli del collo eseguito attraverso movimenti circolari soprattutto nell’area del corno maggiore dell’osso ioide, dello spazio tiroioideo, della cartilagine tiroidea postero-laterale, dei muscoli sopraioidei e dei muscoli sopraioidei interni e laterali [13]. Il principio di questa terapia è quello di trovare i punti affetti da tensione e dolorabilità, di abbassare i tessuti perilaringei i quali gradualmente si sono spostati dagli strati superficiali tesi a quelli profondi, correggere i movimenti in base alle sensazioni del paziente e a una produzione vocale simultanea del paziente. La terapia manuale laringea può essere eseguita da un osteopata il quale, grazie ai suoi studi, risulta altamente competente nella normalizzazione delle strutture miofasciali del tratto vocale.

Terapia e diagnosi del tratto vocale
L’osteopatia è un metodo di diagnosi e trattamento nonché una filosofia di cura. In ambito diagnostico si basa sull’analisi della mobilità tissutale in quanto indicatore della funzionalità. Il tessuto sano si caratterizza per la mobilità fisiologica e spontanea, l’elasticità, la tensione e la dolorabilità alla palpazione. Quando un organismo perde la propria naturale capacità di autoregolazione a vari livelli – a partire dalle cellule e dai tessuti fino a tutti i sistemi – inevitabilmente questa perdita farà insorgere una barriera meccanica naturale come espressione delle caratteristiche di cui prima. Pertanto, qualsiasi limitazione dell’ampiezza fisiologica del movimento, la modifica tissutale e, di conseguenza, un’alterazione della corretta tensione, del flusso sanguigno, della dolorabilità alla palpazione e del controllo neurologico sono segno per l’osteopata della disfunzione e del giusto momento per iniziare il trattamento [14].
Pertanto l’elemento significativo del trattamento osteopatico del paziente affetto da disturbi vocali è un’accurata diagnosi visiva e palpatoria delle strutture anatomiche, direttamente o indirettamente connesse all’organo vocale.
Il protocollo proposto da Jacob Leiberman per pazienti affetti da disordini vocali è uno strumento preciso e pratico per la loro valutazione. Leiberman si è impegnato nella diagnosi e nella terapia dell’organo vocale realizzando un protocollo a più fasi. La prima fase include la valutazione visiva del centro di gravità della colonna vertebrale, delle sue curvature e di quelle del torace, delle abitudini di respirazione e della postura della testa in relazione a quella del collo. Inoltre la prima parte include anche la valutazione della posizione e dell’attività laringea, eseguita osservando la postura in posizione seduta ed eretta.
La seconda fase si basa sulla palpazione dettagliata della laringe e dei tessuti circostanti realizzata a riposo e durante il processo di fonazione. Questo studio valuta la mobilità di particolari strutture anatomiche, l’aumentata tensione dei tessuti molli, la presenza di dolore alla pressione, la tensione dei muscoli masseteri, dei muscoli della cavità orale, dei muscoli sopraioidei e l’altezza della posizione della laringe. Vengono valutate inoltre la tensione e il dolore mono o bilaterale dei muscoli stiloioideo, miloioideo, genioioideo, digastrico e ioglosso. Si esegue anche la valutazione della posizione dell’osso ioide in riferimento alla mandibola e allo spazio tra lo ioide e la cartilagine tiroidea. Durante lo studio dinamico si esamina, mediante una presa a pinza tra pollice e indice, la qualità della mobilità (perdita o facilitazione della mobilità) attraverso una transizione laterale dell’osso ioide e della laringe rispetto alla mandibola. Con una doppia presa, una mano sulla cartilagine ioidea e l’altra sullo ioide, si valuta la simmetria della mobilità durante l’esecuzione di un movimento laterale in direzioni opposte. L’asimmetria della mobilità indica una tensione non appropriata dei tessuti esaminati [15].
Successivamente vengono esaminate altre strutture anatomiche direttamente connesse alla laringe, ovvero lo spazio tra la cartilagine tiroidea e quella cricoide. Il terapeuta dovrebbe verificare la simmetria della posizione di ognuna di queste cartilagini. L’esame dovrebbe essere eseguito in assenza di fonazione, mentre durante il processo di fonazione dovrebbero essere valutati l’aspetto dinamico e simmetrico del movimento circoscritto in questo spazio.
Rubin et al. [15] afferma che un osteopata con esperienza è in grado di individuare attraverso la
palpazione in pazienti dotati di collo alto e sottile le cartilagini aritenoidee, le articolazioni cricoaritenoidee, di esaminare e comparare la tensione e la dolorabilità alla palpazione dei muscoli interaritenoidei e dei muscoli cricoaritenoidei posteriori. Questo esame può risultare fastidioso per il paziente.
Durante la manipolazione manuale dell’area laringea è necessario prestare attenzione agli effetti della pressione sull’arteria carotidea o sul seno carotideo. Questi effetti potrebbero portare a cambiamenti della pressione sanguigna e del battito cardiaco, soprattutto in pazienti anziani.

 

Terapia osteopatica

La terapia osteopatica è un elemento importante della cura interdisciplinare dei pazienti affetti da disturbi dell’apparato vocale, in quanto facilita la normalizzazione di specifiche strutture anatomiche, direttamente e indirettamente connesse con la laringe, che influenzano l’insorgenza o il permanere della disfonia. In particolare, dovrebbe essere trattato dagli osteopati il sistema miofasciale-scheletrico-viscerale come unità che influenza gli esistenti disturbi dell’area laringea [14-17].
Di seguito forniamo una descrizione delle tecniche osteopatiche insieme ad alcune tecniche fisioterapiche utilizzate nel trattamento dei pazienti affetti da disturbi dell’apparato vocale.

Tecniche generali per la regione occipitale e del collo e per la giunzione cervico-toracica

Normalizzazione fasciale generale del collo
L’operatore posiziona la testa del paziente in massima flessione ed esegue una rotazione della testa in espirazione dopo la quale viene chiesto al paziente di restare in apnea fino a quando non sarà obbligato a inspirare nuovamente.

Normalizzazione dei tender points di Jones per il rachide cervicale
L’operatore individua i tender points di Jones e in base alla loro collocazione flette, raddrizza oppure ruota il rachide cervicale mantenendo questa posizione (di rilascio) per 90 secondi.

Tecnica del rilascio posizionale facilitato (facilitated posizional release, FPR) per la normalizzazione del muscolo sternocleidomastoideo
L’operatore individua il tender point nel muscolo sternocleidomastoideo, introduce flessione anteriore, rotazione e flessione ipsilaterale e aggiunge una compressione dell’asse della testa di 5 secondi.

Tecnica di rilascio dei tender point di Jones nel muscolo sopraspinato
L’operatore localizza con una mano il tender point nella fossa sopraspinata e con l’altra mano esegue una flessione con abduzione dell’arto superiore del paziente mentre individua una posizione indolore che successivamente mantiene per 90 secondi fino ad ottenere il rilassamento di questo punto.

Tecniche direttamente collegate alla laringe
Mobilizzazione della laringe mediante l’allungamento dello spazio tra la cartilagine tiroidea e la cricoide
Questa tecnica diminuisce la tensione dei muscoli interni della laringe. L’operatore posiziona il pollice di una mano sotto la cartilagine tiroidea e il pollice dell’altra mano sopra la cartilagine cricoide applicando una leggera pressione e allungando il muscolo cricotiroideo [20] (Figura 5).

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Mobilizzazione dell’osso ioide nel segmento vicino alla cartilagine tiroidea
Questa tecnica stimola il muscolo tiroioideo migliorandone il tono. L’operatore prende contatto con l’indice e il pollice di una mano con la cartilagine tiroidea e con indice e pollice dell’altra mano con lo ioide. Una mano stabilizza lo ioide mentre l’altra muove la cartilagine tiroidea lateralmente, superiormente e inferiormente [15] (Figura 6).

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Mobilizzazione dell’osso ioide durante la deglutizione
L’operatore posiziona la mano sullo ioide e lo muove in direzione inferiore chiedendo al paziente di deglutire. La tecnica rappresenta uno stretching dinamico di quest’area [20] (Figura 7).

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Mobilizzazione laterale della laringe
L’operatore muove la laringe lateralmente fino al punto di resistenza del tessuto e mantiene la posizione per 20 secondi. Questa tecnica aumenta il flusso sanguigno nell’area e diminuisce la tensione [15,20] (Figura 8).

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Rilassamento fasciale dei muscoli sopraioidei
L’operatore esegue un rilassamento fasciale dei muscoli sopraioidei abbassando l’osso ioide troppo alto [15,20] (Figura 9).

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Tecnica del rilascio posizionale facilitato (facilitated posizional release, FPR) per la normalizzazione dell’articolazione cervicale della colonna
La tecnica FPR consiste in un rilassamento posizionale dell’articolazione utilizzando i parametri di flessione, rotazione e compressione per 5 secondi [18] (Figura 10).

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Tecnica per normalizzare la disfunzione al livello di C0/C1
L’operatore tiene con una mano i condili occipitali e con l’altra la mandibola. Il paziente esegue una pressione diagonale con la mandibola mentre l’operatore amplia il range di movimento a livello di un determinato condilo [21] (Figura 11).

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Durante le attività di gruppo i pazienti imparano alcune tecniche di autoterapia come, per esempio, il rilassamento post-isometrico dei muscoli del collo e le tecniche fasciali per diminuire la tensione nell’outlet toracico.

Rilassamento post-isometrico del muscolo trapezio
Per allungare un muscolo accorciato il paziente posiziona la mano sul lato opposto della testa, la flette lateralmente fino alla prima sensazione di allungamento e prova a raddrizzarla limitando il movimento di ritorno con una pressione della mano di 8 secondi. Successivamente aumenta l’ampiezza dell’allungamento e ripete la pressione [20,22,23] (Figura 12).

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Rilassamento post-isometrico del muscolo elevatore della scapola
Il paziente posiziona la mano sulla testa e la flette diagonalmente e posteriormente nella direzione opposta per 8 secondi e, successivamente, aumenta l’ampiezza del movimento ripetendo la tensione [20,22-24] (Figura 13).

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Rilassamento attivo della fascia nucale
Il paziente esercita una pressione con il palmo piatto della mano sul tender point nel muscolo trapezio e allo stesso tempo flette e raddrizza la testa alcune volte nella direzione opposta [16](Figura 14).

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Rilassamento dei muscoli sopraioidei
Il paziente posiziona i pollici al livello dell’angolo della mandibola e li muove lentamente verso il mento [15,20] (Figura 15).

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Discussione
La terapia manuale laringea è considerata da molti autori il metodo di trattamento più importante delle disfonie iperfunzionali [25-27]. Van Lierde et al. [28] hanno studiato gli effetti della terapia laringea manuale utilizzando l’indice di gravità della disfonia e hanno descritto il metodo come molto efficace, specialmente in pazienti che non hanno beneficiato di altre terapie. È comunque necessario sottolineare che un osteopata dovrebbe essere istruito sull’eziopatogenesi e sulla condotta terapeutica riguardo ai disturbi vocali professionali e dovrebbe cooperare con gli altri specialisti del gruppo di riabilitazione della disfonia professionale [29]. L’aiuto individuale, come parte della fisioterapia e dell’osteopatia, include raccomandazioni al paziente riguardo gli esercizi appropriati che possono essere eseguiti senza bisogno di assistenza. Questi esercizi ridurranno gli effetti negativi dei fattori che causano la disfonia, i sovraccarichi professionali degli organi interessati, la postura scorretta e lo stress correlato al lavoro.

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