Efficacia della terapia manipolativa osteopatica nella gestione dei sintomi della IBS: revisione sistemica

sindrome dell'intestino irritabile

The Journal of American Osteopathic Association , giugno 2014 , vol. 114, 470-479. doi: https://doi.org/10.7556/jaoa.2014.098

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una malattia gastrointestinale cronica ricorrente con sintomi e caratteristiche variabili.  Circa il 10% della popolazione è affetta da IBS e quasi 200 persone su 100.000 ricevono una diagnosi iniziale di IBS ogni anno. 

Viene diagnosticata più comunemente nelle persone di età pari o superiore a 50 anni e colpisce più frequentemente le donne, con un rapporto donne-uomini compreso tra 2:1 e 4:1.

I sintomi dell’IBS sono il dolore addominale e disagio associati a cambiamenti nelle abitudini intestinali, come aumento della frequenza delle feci, forma delle feci anormale, tensione durante la defecazione, urgenza di defecazione, sensazione di defecazione incompleta, passaggio di muco e gonfiore.  

La malattia viene diagnosticata utilizzando i criteri di Roma (I-III), un sistema di classificazione riconosciuto a livello globale. 

Le persone con IBS tendono ad avere importanti disabilità funzionali e limiti nella qualità della vita.  L’interazione tra disfunzioni motorie e sensoriali sembra causare i sintomi dell’IBS, ma questa teoria deve ancora essere definitivamente confermata. 

I fattori che influenzano la funzione luminale – come cibo, distensione intestinale, infiammazione, batteri e influenze ambientali scatenanti (stress psicosociale) – sembrano influenzare la motilità gastrointestinale e la sensibilità viscerale nelle persone affette. 

Questa disfunzione sensomotoria gastrointestinale può causare una deregolamentazione nell’asse cervello-intestino, che è la regione di elaborazione neurale tra intestino e cervello.  La frequenza e l’intensità dei sintomi determinano la terapia medica che può variare da un  trattamento minimale sino a trattamenti più complessi nelle fasi di acuzie. 

Le terapie convenzionali per i pazienti con IBS comprendono la riduzione del lattosio, integrazione di fibre e agenti di carica, lassativi, antispastici, antibiotici, antidepressivi interventi psicologici.
L’efficacia di queste terapie varia da studio a studio, e una revisione nel 2005 di Quartero et al. ha evidenziato che le prove dell’efficacia di queste terapie sono deboli. 

Alla luce della mancanza di farmaci affidabili ed efficaci per la gestione dell’IBS, c’è un crescente interesse per forme di terapie complementari e alternative.  

L’osteopatia è un approccio alla salute complementare che enfatizza il ruolo del sistema muscolo-scheletrico e ricerca la funzione ottimale dei tessuti del corpo utilizzando una varietà di tecniche manuali per migliorare la funzione del corpo.

 Al di fuori degli Stati Uniti, l’osteopatia sta guadagnando popolarità nella gestione di alcune malattie, compresi i disturbi gastrointestinali: un corposo numero di studi peer-reviewed hanno esaminato l’effetto della terapia manipolativa osteopatica (OMTh) nei pazienti con IBS.

Sono stati esaminati nell’attuale revisione sistematica gli effetti clinici dell’OMTh. Il nostro obiettivo era identificare sistematicamente e valutare RCT che utilizzavano gli interventi OMTh per gestire i sintomi dell’IBS nei pazienti adulti. 

Metodi

Nell’ottobre 2013 è stata condotta una ricerca bibliografica per studi pertinenti nei seguenti database elettronici: PubMed ( http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed ), Embase ( http://www.embase.com ), Cochrane Library ( http://www.thecochranelibrary.com ), PEDro ( http://www.pedro.org.au/ ), OSTMED.DR ( http://ostmed-dr.com/ ) e Osteopathic Research Web ( http://www.osteopathic-research.com/ ).

Risultati

Usando la nostra strategia di ricerca, abbiamo identificato 5 studi adatti per l’inclusione nella presente revisione sistematica. Complessivamente 204 pazienti sono stati inclusi nei 5 studi presi in considerazione. La qualità metodologica è stata considerata elevata per tutti gli studi considerati. Tutti gli studi hanno riportato miglioramenti sostanziali nei gruppi OMTh, sebbene utilizzando diverse misure di esito.

STUDI:

Florance et al ( 2012): “Osteopathy improves the severity of IBS symptoms and its impact on quality of life. Osteopathy should therefore be considered for future research as an effective complementary alternative medicine in the management of IBS symptoms.”

Hundscheid et al (2007): “Osteopathic therapy is a promising alternative in the treatment of patients with IBS. Patients treated with osteopathy overall did better, with respect to symptom score and quality of life.”

Attali et al (2013):  “Visceral osteopathy was associated with [statistically] significant improvements of  self-reported diarrhea, abdominal distension and abdominal pain without change of constipation.  Visceral osteopathy was also associated with decreased rectal sensitivity: increase in threshold, constant  sensation, and maximum tolerable volume (P<0.001)”              Muller et al (2002): “A custom-tailored osteopathic treatment series (every other week for ten weeks)  focusing on the patients’ actual dysfunctions can induce an almost complete short term relief of typical  symptoms.”

Brisard et al (1998):   “This single-blind placebo controlled randomized clinical trial shows that the  overall therapeutic analgesic effect, the improvement on the set of functional disorders, and the good  tolerance for treatment, makes osteopathic treatment a recommended treatment for irritable bowel syndrome.”      
             ”

Discussione

Gli studi valutati nella presente revisione sistematica suggeriscono che l’OMTh può dare benefici ai pazienti con IBS. Questi studi hanno riportato che l’OMT ha ridotto i sintomi come dolore addominale, stipsi, diarrea e miglioramento del benessere generale. 

Nessuno studio ha riportato eventi avversi gravi o statisticamente significativi.

Tutti gli studi esaminati hanno permesso di personalizzare la terapia a giudizio dell’osteopata curante, senza alcuna restrizione tecnica o protocollo di trattamento standardizzato. 

Questo approccio pragmatico rappresenta al meglio la pratica osteopatica nella realtà, in contrapposizione al trattamento con un protocollo di studio definito da una singola tecnica o un insieme di tecniche.
Questo supporta anche il principio osteopatico che il corpo è interconnesso e che regioni distanti possono influenzare la funzione di altre regioni, a seconda delle loro connessioni biomeccaniche, neurologiche e circolatorie.

 In 4 degli studi esaminati, l’OMTh è stato applicato a diverse regioni del corpo. 

Florance e e Attali hanno concentrato i loro trattamenti rispettivamente sull’addome e colonna vertebrale e sull’addome e sacro, mentre Müller e Brisard hanno concentrato i loro trattamenti su 4 diverse regioni.  

I meccanismi fisiologici per il successo delle tecniche OMTh nel trattamento dei pazienti con IBS non sono chiaramente compresi. Nella pratica osteopatica, si ritiene che la perdita della motilità dei tessuti disturbi i meccanismi di autoregolazione di base del corpo umano.  
Utilizzando l’esame palpatorio per valutare i tessuti, l’osteopata può avvertire restrizioni di motilità e cambiamenti nella struttura e nel tono del tessuto, che potrebbero essere rilevanti per i sintomi del paziente. 

Per i pazienti con IBS, il trattamento osteopatico degli organi addominali può aiutare a normalizzare il flusso ematico, il fluido linfatico e l’equilibrio del sistema nervoso autonomo, e potrebbe mirare a ripristinare la normale motilità ed elasticità dei visceri o delle strutture peritoneali intorno ai visceri. La gestione mediante OMTh può essere coerente sia con il concetto di asse cervello-intestino che con il modello biopsicosociale di IBS. 

 Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare i meccanismi precisi per gli effetti terapeutici dell’osteopatia. 

Conclusioni

L’attuale revisione sistematica di 5 RCT ha indicato risultati favorevoli per OMTh rispetto alle terapie mediche standard o agli interventi placebo nella gestione dell’IBS. 

È tuttavia necessaria cautela nell’interpretazione di questi risultati, a causa del numero limitato di studi disponibili e delle dimensioni ridotte del campione. 

Gli studi futuri dovrebbero includere la VAS e un questionario validato nella progettazione dello studio in modo che i risultati possano essere inclusi nelle future meta-analisi. 

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