I principi fondamentali dell’osteopatia

I “passi base” di John Martin Littlejohn – Letture pubblicate dal John Wernham College of Classical Osteopathy
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Nell’immagine a sotto, relativa all’epoca di Littlejohn: Charleston, anni ’30.
Il principio fondamentale dell’osteopatia può essere enunciato nelle parole: Adattamento Organico Meccanico. Cos’è l’osteopatia? Se il principio dell’osteopatia è, come si è detto, il principio dell’adattamento applicato come legge universale, allora definiremo l’osteopatia più o meno in questo modo: “L’osteopatia è un sistema o una scienza della guarigione che utilizza le risorse naturali del corpo nel campo che riguarda la correzione finalizzata all’adattamento delle condizioni strutturali; ciò avviene per stimolare la giusta produzione e la distribuzione dei fluidi e delle forze del corpo e per agevolare la cooperazione e l’armonia al’interno del corpo visto come un meccanismo”. Secondo tale definizione, il corpo è un meccanismo; cioè, esso è un sistema meccanico, in cui tutte le parti lavorano insieme per il bene comune del meccanismo. Inoltre, il corpo è “commissario” di se stesso; in altre parole, esso attinge le materie prime dal campo della natura, e usa queste sostanze fondamentali per la preparazione di nuove sostanze e per la generazione di forze. Il corpo è un meccanismo vitale cioè un organismo.
Ora, è questo il punto che non si deve dimenticare. Non è corretto parlare del corpo come di una macchina, o come di un meccanismo, a meno che non ne parliamo come di un meccanismo vitale. Quando il corpo attinge le materie prime, esso le trasforma in sostanze vitali. Non c’è niente nel corpo che venga assimilato senza essere stato prima vitalizzato, ed ogni processo che ha luogo nel corpo è un processo vitale. Ogni lesione che noi riscontriamo nel corpo è un danno vitale in relazione alla vitalità del paziente. Per esempio, se una lesione ossea fosse l’unica lesione riscontrata nel corpo, allora dopo un’opportuna correzione essa resterebbe corretta. In realtà, è sempre così? Essa si ripresenta perché la vitalità non le permetterà di restare corretta.
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La concezione del corpo come meccanismo vitale implica che ogni parte dell’organismo venga fornita di sangue circolante e forza nervosa. Queste sono le due funzioni che danno equilibrio al corpo, usate come mezzi correttivi nel trattamento osteopatico. Se il corpo è un meccanismo, un commissario e un organismo, la domanda successiva è: Cos’è la Salute? e Cos’è la Malattia? La salute implica un perfetto adattamento strutturale. Ciò comprende ossa, muscoli, legamenti, vasi sanguigni e così via, parti del corpo che sono il mezzo attraverso cui si verificano le relazioni vitali. La salute coinvolge anche l’adattamento dell’attività basata sulla forza nervosa, cioè la mente. Ciò implica l’adattamento dell’organismo al suo ambiente. In contrasto con la salute, c’è la “non-salute”. Questo significa che mancano le tre condizioni della salute, o che qualcosa è cambiato tra di esse. La salute non è in contrasto con la malattia; la salute è in contrasto con la “non-salute”, e la malattia è qualcosa di totalmente diverso. La malattia è una condizione di “non-salute” in cui si riscontrano una conseguenza o delle conseguenze di qualche interferenza con le tre condizioni di salute oppure di qualche occlusione che le blocca. Essa può essere l’effetto di una condizione anatomica, come una lesione ossea, muscolare o dei legamenti; oppure l’effetto di una disarmonia indotta da un tipo di dieta non adatto; o ancora la conseguenza di qualche condizione ambientale che agisce come causa stimolante o inibente.

In un organismo ben bilanciato la base delle funzioni vitali del corpo è rappresentata dalla circolazione del sangue e dall’azione della forza nervosa, considerando come sangue anche la linfa. Il sangue e la linfa hanno una determinata composizione fisiologica che dipende dal processo nutritivo per il suo rifornimento. Oltre a questo, il sangue circola attraverso un sistema regolare di canali con determinate vie vascolari che sono regolate da stabilite leggi della fisica che si può definire “fisica fisiologica”. Il corpo possiede anche un regolare sistema di drenaggio. Le sostanze di scarto che vengono formate nel corpo e dal corpo hanno bisogno di essere eliminate e la maggior parte delle malattie comunemente diagnosticate si può considerare legata al “drenaggio”. Praticamente tutti gli stati febbrili, per esempio, sono stati di disagio da eliminazione, ed eruzioni, rash, ecc. sono espressione di un tentativo di eliminazione delle sostanze di scarto. Oltre alla circolazione del sangue, ci sono le forze nervose che vengono originate nelle cellule gangliari, attraversano le fibre nervose e forniscono stimoli all’attività e alla nutrizione del corpo. L’energia nervosa dipende dal sangue ed il sangue a sua volta dipende dall’energia nervosa. Un tessuto sano è un tessuto in cui la circolazione del sangue e l’energia nervosa sono in correlazione. Ciò spiega perché praticamente tutte le condizioni patologiche sono associate ad interferenze oppure ad occlusioni riguardanti i nervi o l’afflusso di sangue. Questa è la causa di una lesione. Una lesione è qualcosa che interferisce con la libera circolazione del sangue visto come fluido e dell’energia nervosa vista come forza. E’ quest’interferenza che viene associata ad una condizione o ad una posizione patologica di tessuti quali ossa, muscoli e legamenti. L’ispessimento e l’indurimento di muscoli o di legamenti rappresentano il danno più comune in grado di provocare un’occlusione. Si può riscontrare la stessa condizione di indurimento o di ispessimento nei tessuti molli di qualsiasi parte della superficie corporea. Queste sono quindi le lesioni che riscontriamo: collocazione sbagliata delle strutture, indurimento o ispessimento di tessuti molli, alterazione nella relazione tra una struttura e l’altra e modificazione della struttura cellulare.

Sorge ora la domanda: cosa ha prodotto queste lesioni? Al primo posto dovrebbero probabilmente esserci strappi, distorsioni, cadute, ecc., comuni tra bambini e adolescenti. Al secondo posto ci sono le tensioni e gli sforzi causati dal lavoro fisico. Questo include gli incidenti provocati ai tessuti del corpo connessi con la posizione e il cambio di posizione quando ci si siede, si cammina, ci si corica, ecc. La conseguenza è lo squilibrio di determinate parti del corpo. All’inizio vengono causate leggere deviazioni nei tessuti, ma queste più tardi si rivelano come evidenti lesioni. Al terzo posto troviamo l’esposizione ai cambiamenti climatici e atmosferici, che possono unirsi ad altri fattori causando l’indurimento, l’ispessimento, la contrazione ed il rilassamento di muscoli e legamenti, e, se questa situazione perdura, possono verificarsi degli spostamenti delle ossa capaci di determinare un’alterazione nelle relazioni tra le strutture.
Lesioni e cambiamenti nelle relazioni tra le strutture, comunque siano causati, portano all’alterazione dei vasi sanguigni e dei nervi e li sottopongono a diversi gradi di occlusione. L’occlusione o la pressione interessano la circolazione del sangue nel midollo osseo e questo fatto, a sua volta, porta ad una distribuzione alterata dell’apporto di energia nervosa agli organi e ad una mancanza di omogeneità nella distribuzione del sangue: di conseguenza, si avrà un ristagno di sangue in determinate zone e un eccesso di energia nervosa in determinati organi. Le condizioni occlusive che noi riscontriamo coinvolgono sempre l’apporto di energia nervosa e di sangue, e ciò significa che tutte le lesioni alterano o sconvolgono la distribuzione del sangue e della forza nervosa; l’occlusione è la prima componente, o la più importante, e la sua conseguenza è la malattia, qualora si localizzi in una determinata parte del corpo. L’alterazione che noi comunemente chiamiamo lesione può essere dovuta a:

  • a) contrattura, indurimento, ispessimento o eccessivo ammorbidimento dei tessuti molli, inclusi muscoli, fascia muscolare e cartilagine;
  • (b) leggeri cambiamenti nelle relazioni tra tessuti duri, come ossa, legamenti e tendini, includendo anche alterazioni articolari e lussazioni;
  • (c) modificazioni di qualsiasi tipo nell’ambiente. E’ da notare che l’ambiente è essenziale come la struttura perché rappresenta uno stimolo, ed in effetti lo è, per la normale attività del sangue e dei nervi.

Uno o più di questi tre fattori fondamentali sono sempre considerati la causa della mancata coordinazione nel meccanismo del corpo. Per esempio, laddove riscontriamo uno stato di indurimento o di contrattura dei tessuti superficiali, la conseguenza è uno stato di tensione periferica che influenza tutti gli organi interni e i tessuti del corpo. Tale condizione può dunque essere la causa di malattie come la tubercolosi di organi interni, o l’ipertrofia del fegato, dello stomaco o dei reni. Ancora, i cambiamenti nella dieta, che è un fattore ambientale, possono alterare le sostanze in modo tale che determinati principi nutritivi essenziali siano carenti o poco apportati, con la conseguenza che il corpo non riesce a riparare o a ricostruire le sue stesse cellule, un problema che porta alla degenerazione cellulare che, secondo qualcuno, non è tanto lontana dalla tubercolosi.

 

Le malattie, dunque, possono essere considerate come la conseguenza di qualche interferenza con l’apporto di sangue e di energia nervosa oppure come il risultato di un cambiamento delle condizioni ambientali del corpo, ed il metodo logico di trattarle è quello di rimuovere l’alterazione o l’interferenza così da permettere il funzionamento completamente libero delle strutture meccaniche e delle relazioni vitali dell’organismo. Tutti i processi del corpo dovrebbero essere considerati occlusivi, eccetto quelli che hanno a che fare con la distruzione delle sostanze di scarto o tossiche. I processi occlusivi regolano i processi vitali che sono regolati dal midollo; i processi distruttivi regolano le ghiandole che formano una parte dell’apparato metabolico.

 

Quindi il principio che dovrebbe essere alla base della terapia è garantire una totale libertà dall’alterazione, l’occlusione e la pressione, collegando tutte le parti dell’organismo. Come mezzo diretto a questo scopo, noi facciamo uso della manipolazione. Questa si dovrebbe applicare in primo luogo sui tessuti molli, che sono le strutture connettive e devono essere trattate prima di correggere, o mantenere corrette, le strutture ossee. I muscoli contratti, accorciati e ispessiti devono essere rilassati, i legamenti ispessiti e in tensione devono essere ammorbiditi e le fasce muscolari devono essere rese libere. In un secondo momento, i tessuti duri, comprese ossa, cartilagini e tendini, dovrebbero essere corretti sulla base dei principi della meccanica.

 

Ci sono tre principi della meccanica che meritano una menzione speciale in rapporto all’articolazione:

  • il primo è l’esagerazione dell’adattamento difettoso in modo da rendere le strutture libere di essere corrette;
  • il secondo è l’applicazione dell’estensione per separare le strutture male adattate;
  • il terzo è la correzione del cattivo adattamento attraverso un insieme adeguato di rotazioni, articolazioni e di “tirare e spingere”.

Infine, si deve anche considerare l’adattamento o la correzione dell’ambiente in cui vive il paziente, includendo fattori come dieta, igiene e misure sanitarie. Se la causa principale del problema è un fattore climatico o dietetico, o qualsiasi altra condizione ambientale, questo deve essere corretto, perché altrimenti l’organismo non riuscirà a riprendere la sua condizione normale. Quando si sono applicati i principi della correzione in tutti i modi indicati, i fluidi e le forze del corpo vengono liberati dalla pressione, dall’alterazione o dall’occlusione che c’erano prima e riescono così a esercitare un’ influenza riparatrice sulle parti malate del corpo.
[…]

Applicando questi metodi, lo scopo principale è quello di scoprire la condizione occlusiva o alterante e di correggerla o eliminarla così da creare un passaggio alla circolazione del sangue e dell’energia nervosa, per permettere l’azione libera del cuore nella distribuzione del sangue, regolata dal sistema vasomotorio, e per provocare un’adeguata distribuzione delle forze nervose per mezzo della funzione spinale. Questo principio osteopatico dell’adattamento viene applicato fondamentalmente su basi empiriche, perché è solo con l’esperienza che possiamo dimostrare risultati clinici. Tuttavia, noi cerchiamo di dimostrare che questo sistema terapeutico ha un fondamento nella fisiologia dell’organismo.

L’aspetto caratteristico del nostro trattamento è l’applicazione di misure correttive come la manipolazione, o la regolazione della dieta o del clima, ma queste misure sono comunque basate sull’anatomia, la fisiologia, la chimica, la meccanica o la psicologia dell’organismo. L’obiettivo fondamentale è quello di utilizzare le risorse interne del corpo in modo tale da rendere esso stesso il mezzo attraverso il quale la malattia può essere sconfitta e la salute ristabilita. Oltre alla manipolazione usata per ristabilire le normali relazioni anatomiche, l’eliminazione delle occlusioni e la correzione del flusso sanguigno e dell’energia nervosa, facciamo uso di ogni metodo naturale che non implichi l’impiego di qualsiasi sostanza estranea a quelle naturali del corpo. Noi forniamo al corpo le materie prime che contengono gli elementi richiesti e gli permettiamo di usare queste sostanze naturali per la sua guarigione, ma niente di estraneo alle sostanze naturali del corpo dovrebbe essere somministrato. Inoltre, ci sono casi in cui è essenziale stimolare o inibire dei processi fisiologici partendo dai grandi centri vitali dell’organismo con lo scopo evidente di controllare le attività del corpo. Questo è indicato quando la struttura è troppo debole per usare l’energia proveniente da un centro vitale, o quando gli organi sono troppo deboli per produrre le loro naturali secrezioni chimiche. Questo tipo di trattamento può essere utile specialmente nelle malattie pediatriche. Si deve ricordare sempre che lo stimolo deve essere applicato al centro vitale e non al muscolo o all’organo, poiché l’obiettivo è obbligare il centro vitale a funzionare in modo corretto.

Riassumendo, si può dire che l’eziologia di una malattia dipende da condizioni occlusive e irritative associate a disordini nella struttura del corpo e anche, generalmente, a qualcosa di non igienico, ereditario o climatico che diminuisce o altera la vitalità del paziente. In ogni caso, si verifica un impedimento agli impulsi nervosi, un’occlusione secondaria all’afflusso di sangue venoso e arterioso, con conseguente infiammazione, alterazione e cattiva nutrizione. Nella maggior parte dei casi, una neurosi è la causa fondamentale alla base della malattia, inclusa quella acuta, ed è rappresentata dall’indebolimento della funzionalità nervosa. Di conseguenza, non c’è confine tra eziologia e patologia.

La condizione occlusiva o irritativa produce direttamente un’alterazione o un’infiammazione che chiamiamo patologia, ma che faremmo meglio a descrivere come iper-fisiologia o sub-fisiologia. La nuova patologia dell’osteopatia è la patologia dell’alterazione o del funzionamento alterato, mentre la patologia delle vecchie scuole è la patologia dell’anatomia patologica. Ciò significa che prima che ci sia qualsiasi cambiamento anatomo-patologico, noi riscontriamo un’alterazione nel funzionamento. Tutti i casi di malattia in cui si verifichi una condizione patologica hanno esordito sia con un eccesso che con una diminuzione dell’attività fisiologica provocata da qualche occlusione o alterazione. Questo in un primo tempo provoca una “patologia da reazione abnorme” in qualcuna delle attività funzionali, ma, quando questo stato si protrae nel tempo, la conseguenza sono modificazioni o l’inizio della necrosi dei tessuti. Questi cambiamenti relativi a malattia sono stati chiamati patologici, ma la vera patologia è nella reazione abnorme e non nell’anatomia patologica.

Veniamo ora all’argomento della Batteriologia. Alcuni dei primi osteopati negavano l’esistenza dei batteri, ma è chiaro che essi esistono sia in forma benigna che maligna. Il problema non è l’esistenza o la non esistenza dei batteri, ma, piuttosto, il posto che essi occupano nella zona malata. Prima che il batterio della malattia possa trovare un alloggiamento nel corpo, il corpo come organismo si deve trovare in uno stato di debolezza o di esaurimento. Questo stato è dovuto a una precedente alterazione funzionale, seguita da una neurosi, che a sua volta è seguita da una cattiva nutrizione. Ci sono quindi tre stadi nella patologia prima che si arrivi alla batteriologia. Questi tre stadi sono tutti e tre iper-fisiologici.
[…]

Nella lotta contro i microrganismi nelle loro forme specifiche, come bacilli tubercolari, pneumococchi, ecc., si deve ricordare che essi sono conseguenze dei processi di cattiva nutrizione e che l’unico modo con cui possiamo trattarli è attraverso il processo della nutrizione. Di conseguenza, si deve tener presente che:

  • ( a ) il sangue puro è l’unico germicida perfetto;
  • ( b ) le cellule tissutali sane sono gli agenti fagocitari più efficaci per la distruzione dei germi;
  • ( c ) un organismo riadattato, includendo il riadattamento di tutte le attività strutturali e dell’ambiente, è l’unico campo di battaglia più adatto alla distruzione e all’eliminazione dei germi e delle loro tossine.

Secondo questa tesi, ci sono due grandi concezioni che restano da spiegare da parte della moderna batteriologia; in primo luogo, che il sangue umano è l’unico germicida naturale per il soggetto umano, e, in secondo luogo, che il riadattamento dell’organismo è l’unica base possibile per ottenere la purezza del sangue.
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La batteriologia, dunque, se studiata correttamente, è in grado di contribuire alla comprensione della fisiologia alterata negli stati patologici. Questa concezione della patologia fa sì che si possa formulare un chiaro enunciato, cioè: “L’unica via attraverso cui la natura possa trasmettere impulsi o correnti di vitalità ai diversi organi e tessuti del corpo è rappresentata dal sistema nervoso”.

La neurologia ci insegna che ogni organo e ogni tessuto del corpo sono collegati in qualche modo al midollo spinale e al cervello, sia attraverso i nervi spinali e le loro diramazioni, sia attraverso il sistema simpatico e le sue diramazioni. In questo modo si stabilisce un collegamento tra la colonna vertebrale e ogni parte del corpo. Ne deriva che, se manca la ricezione degli impulsi vitali verso qualsiasi parte del corpo, si verifica una determinata lesione, ostruzione o alterazione. In quest’ottica, si riscontrerà che la congestione, l’infiammazione e la degenerazione (i tre grandi capitoli della patologia) sono associati sia a un drenaggio venoso insufficiente all’esterno del sistema nervoso centrale sia a un’insufficienza del drenaggio del fluido cerebro-spinale all’interno del sistema nervoso centrale. Ciò equivale a dire che una circolazione alterata conseguente a una condizione ostruttiva della circolazione stessa è una causa che contribuisce a tutti gli effetti che riscontriamo nella patologia. L’alterazione, l’ostruzione o la pressione sono dovute a qualche tipo di lesione nella struttura o nella sua funzionalità.

Se ciò che si è detto è vero, la natura tenta di creare delle condizioni all’interno dell’organismo che fungono da antagonisti ai corpi estranei e alle sostanze estranee. Questo si accorda all’enunciato formulato da Ippocrate, che in pratica suona così: “Quella natura tende sempre verso la normalità e tende a conservare le parti dell’organismo mentre la vita dura, creando tendenze normalizzanti all’interno dell’organismo”. La cosa che Ippocrate, forse, non ha evidenziato è che la tendenza verso la normalità viene talvolta resa inefficace dalla presenza di occlusioni. E’ qui che si rivela la funzione del medico; precisamente, nel rimuovere le condizioni occlusive e nel permettere alla natura di applicare le sue tendenze normalizzanti.

Lo scopo della terapia, sia che venga indirizzata dalla natura o in altro modo, è mantenere il raggio d’azione della natura più libero possibile, così da permettere l’assoluta o almeno la massima attività dei processi vitali. Nel tentativo di stabilire quest’assoluta libertà, il lavoro da fare può essere riassunto così:

  1. rilassamento dei tessuti molli contratti e contrazione dei tessuti molli rilassati;
  2. adattamento dei tessuti duri, precisamente ossa, cartilagini e strutture tendinee, nelle loro inter-relazioni. Questi tessuti rappresentano lo scheletro e la struttura solida del corpo, ma influenzano anche il funzionamento dei fluidi e delle forze mentre passano attraverso le strutture interrelate;
  3. effetto calmante attraverso la riduzione dell’irritazione dei tessuti iper-attivi, ottenuto attraverso i centri nervosi;
  4. risveglio dei tessuti intorpiditi o inattivi attraverso la stimolazione, anche questa ottenuta per mezzo dei centri nervosi;
  5. creazione di correnti libere e ininterrotte di vitalità adattando tutto l’organismo a se stesso e alle sue parti, e adattando il corpo al suo ambiente e viceversa.

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