Dalla Tesi di Benoit Champagne presentata al Jury Internazionale di Montréal Giugno 2011
Secondo i dati clinici e scientifici l’ansia e il sistema gastro-intestinale sono legati. Persone che soffrono di problemi ansiosi hanno più probabilità di aggravare la loro problematica gastro-intestinale o di svilupparne una (Roy-Byrne 2008). Di conseguenza i costi legati alla salute aumentano e crescono gli accessi ospedalieri. La condizione di questa patologia necessita di una migliore comprensione.
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Breve revisione della letteratura
L’ansia si scatena o si aggrava in caso di problemi intestinali (Banovic, Gilibert & Jacques, 2010 : Graff, Walker & Bernstein, 2010). Al contrario , i problemi di ansia scatenano problemi digestivi infiammatori (Savignac et al. 2011; Hoge et al., 2009; Gershon, 2003). Le zone digestive infiammate invadono le zone non infiammate, allora si crea la cronicità e inoltre il problema si diffonde ai visceri ed organi adiacenti (Maillard & Snapper, 2010). Così , il legame bidirezionale tra cervello e intestino crea un ciclo di mantenimento e aggravamento dell’infiammazione viscerale e dello stato psicologico . La neurofisiologia mette in luce il coinvolgimento dei sistemi limbico e paralimbico inclusa l’insula nella relazione bidimensionale tra il cervello e l’intestino (Bansal et al. 2010; Hall et al., 2010 ; Yagüez, 2005). Naturalmente i plessi nervosi, i nervi vaghi, frenici e splancnici giocano un ruolo di primo piano in questa relazione , a livello neurologico, biologico e neurochimico (Cersosimo & Benarroch, 2008; Gershon, 2003 ; Robinson, 1907).
Gli studi mostrano una correlazione tra intensità dell’ipersensibilità generale e l’instabilità emotiva (Iovino et al, 2009). L’aspetto viscerale danneggia l’emotività e l’emotività danneggia l’aspetto viscerale (Engel, Bandelow et al., 2009; McEwens & Gianaros, 2010): tutto questo spiega il legame tra asse cervello-intestino (C-I) e Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG). Questo studio osteopatico cerca di dimostrare i benefici di un trattamento osteopatico rispetto all’asse C-I.
Ipotesi e arruolamento
L’ipotesi che questo studio si propone è che il trattamento osteopatico globale che include l’asse cervello-intestino migliora lo stato di Disturbo d’Ansia Generalizzato nell’adulto che ne è affetto.
Questo disturbo di ansia viene valutato con il livello di ansia, il livello di tolleranza all’incertezza, il livello di ipersensibilità viscerale e il malessere psichico.
La popolazione target è di adulti di età variabile dai 25 ai 65 anni. I pazienti dovevano riferire un livello di stress elevato negli ultimi 6 mesi, la presenza di ansia da almeno 6 mesi, dovevano rispondere ai criteri del DSM-IV sui Disturbi d’Ansia Generalizzata (DAG) e soffrire di ipersensibilità viscerale. Una randomizzazione elettronica ha diviso i 64 partecipanti in due gruppi; 34 formavano il Gruppo sperimentale, 30 il Gruppo di controllo.
Il test del Ki-quadrato e t-student hanno confermato l’omogeneità dei gruppi e permesso di controllare le variabili confondenti e le cause di DAG. In seguito all’analisi statistica i due gruppi sono risultati omogenei rispetto alle variabili stabilite; farmaci, abusi o aggressioni sessuali, sesso , età, fumatori o non fumatori, diagnosi viscerale e psicologica.
Strumenti di misurazione
L’SCL90-R ha valutato la psicopatologia del soggetto (Derogatis, L. R.,1993). Utilizzare l’SCL90-R specificatamente per il DAG ha permesso di valutare l’ansia, la comorbidità e la profondità del malessere psichico (Ammaniti, Lucarelli, Cimino et D’Olimpio, 2004).
La Scala di Intolleranza all’Incertezza (EII) (Ladouceur, Freeston, Dumont et al., 1992; Ladouceur, Freeston & Dugas, 1993) permette la valutazione dell’impegno emotivo. Vi si trovano indicati e misurati anche gli impatti emotivi e somatici (Freeston, Rheaume, Letarte, Dugas & Ladouceur, 1994). Le 27 domande vengono valutate in una scala da 1 a 5. Lo schema cognitivo dell’intolleranza all’incertezza è specifico per il DAG e partecipa al mantenimento dei disturbi (Bouvard, 2009).
La scala numerica del dolore, una scala di autovalutazione da 1 a 10 misura l‘ipersensibilità viscerale (HV). L’HV è una sensazione anomala a “livello del tratto digestivo quando le afferenze di origine viscerale sono sensibilizzate” (Delvaux, 2005, p.24). L’HV correla con l’intensità del dolore percepito (Hall et al., 2010; Iovino et al.,2009, Yagüez et al., 2005) il che permette la valutazione dell’ipersensibilità viscerale attraverso il dolore.
Metodi
Per questo studio sono stati effettuati 4 incontri. Un primo incontro di 30 minuti ha permesso di entrare in contatto con tutti i partecipanti e di confermare la loro ammissibilità allo studio. Sono state poi fissate tre date per le successive valutazioni: una valutazione ( T1 ) pre-trattamento, una valutazione una settimana dopo l’ultimo trattamento ( T2 ) ed una terza valutazione 6 settimane dopo l’ultimo trattamento ( T3 ) . Il gruppo di controllo eseguiva la stessa frequenza di valutazione del gruppo di studio.
Trattamento
Tutti i trattamenti avevano per obiettivo la liberazione dell’asse C-I. Lo scopo del primo trattamento è stata la liberazione a livello cranio-sacrale delle zone in relazione con i nervi vaghi, frenici e splancnici. Il secondo trattamento si è rivolto alla liberazione delle disfunzioni osteopatiche del sistema gastro-enterico
( SNE ), dei plessi del sistema nervoso autonomo, degli organi e visceri digestivi , inclusa tutta la zona intestinale. Il terzo trattamento ha avuto come principale scopo la liberazione dell’endocranio, del suo equilibrio pressione/volume e l’ottimizzazione della dinamica interemisferica.
Analisi dei risultati
L’analisi dei dati permette di constatare una diminuzione clinicamente e statisticamente significativa
( p<0,05 ) di tutte le variabili misurate :
- I risultati permettono di confermare la sottoipotesi 1 e cioè che il trattamento osteopatico globale sull’asse cervello-intestino diminuisce l’ansia negli adulti affetti da DAG misurato con scala SCL-90-R.L’ansia diminuisce tra tutti i tempi di valutazione ( T1-T2, T1-T3 e T2-T3 = p<0,001) nel gruppo sperimentale . Al contrario un aumento dell’ansia è presente in tutti i tempi di valutazione nel gruppo di controllo. Il confronto tra i due gruppi permette di rilevare uno scarto non significativo alla partenza che evolve in uno scarto significativo dovuto al trattamento osteopatico (Fig. 1 linea verde)
Fig. 1 L’ansia |
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Fig. 2 Intolleranza all’‘incertezza |
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Fig. 3 Ipersensibilità viscerale |
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Fig. 4 Il malessere psichico secondo la SCL-90-R |
Il test di correlazione lineare di Pearson stabilisce un legame lineare tra ansietà, severità dei sintomi e intolleranza all’incertezza. Dunque, agendo sull’ansia, noi agiamo sulla comorbidità e sull’insieme degli aspetti psichici e fisici del soggetto in maniera molto significativa ( significatività di 0,01 ).
I risultati si rivelano importanti, dunque clinicamente e statisticamente significativi. L’ipotesi di partenza è accettata e permette di affermare che il trattamento osteopatico globale sull’asse cervello-intestino migliora il disturbo d’ansia generalizzata.
Esperienza osteopaticaL’importanza delle disfunzioni del passaggio cranio-cervicale conferma l’importanza del trattamento di questa zona ( come descritto da A.T. Still nel trattamento dell’isteria assieme al colon ). L’esperienza acquisita con il trattamento del 3° ventricolo, del cuore e dell’intestino permette di constatare che questi elementi devono essere trattati in modo indipendente. Trattare uno degli elementi non influenza gli altri due. Le lesioni di plesso e del sistema enterico sono spesso la risultante di esperienze di choc fisico, psichico , emozionale o spirituale del paziente che lo portano a reazioni di difesa arcaiche. Il concetto di “lutto” e di cicatrice ( fisica o psichica ) va a complicare e arricchire un quadro clinico di ansietà. I lutti non risolti non permettono una cicatrizzazione psichica dell’avvenimento e contribuiscono ad una salvaguardia fisica spesso dolorosa.
BibliografiaAmmaniti, M., Lucarelli, L., Cimino, S. & D’Olimpio, F. (2004). Transmission intergénérationnelle : troubles alimentaires de l’enfance et psychopathologie maternelle. Devenir.Volume 16, p. 173-198 Banovic, I., Gilibert, D & Jacques, C. (2010). Crohn’disease and fatigue: constancy and covariation of the disease, depression, anxiety and subjective quality of life. Psychology, Health & Medicine, 15 (4), 394-405. doi: 10.1080/13548501003759155 Bansal, V. et al. (2009). Traumatic brain injury and intestinal dysfunction: Uncovering the neuroenteric axis. Journal of Neurotrauma, 26 (8). DOI: 10.1089/neu.2008.0858 Bansal, V. et al. (2010). Stimulating the central nervous system to prevent intestinal dysfunction after traumatic brain injury. Journal of Trauma Injury, Infection and Critical Care, 68: (5). DOI: 10.1097/ TA.0b013e3181d87373 Bouvard, M. (2009). Questionnaires et Échelles d’évaluation de la personnalité. Paris, France: Masson. Cersosimo, M. G. & Benarroch, E. E. (2008). Neural Control of the Gastrointestinal Tract: Implications for Parkinson Disease. Movement Disorders, 23 (8), 1065–75. Delvaux, M. (2005). Les douleurs abdominales en questions. France : Springer. Derogatis, L. R. (1977, Éd. 1993). Liste des Symptômes (SCL-90-R). Version Administration, Scoring and Procedures, Manual 1. John Hopkins University School of Medicine. MN, États-Unis: National Cumputer System. Engel, K., Bandelow, B. Et Al. (2009). Neuroimaging in anxiety disorders. Journal of neural transmission, 116 (6), 703-716. Freeston, M. H., Rheaume, J., Letarte, H., Dugas, M. J., & Ladouceur, R. (1994). Why do people worry? Personality and Individual Differences, 17, 791-802. Graff, L.A., Walker, J.R. & Bernstein, C.N. (2010). It’s not just about the gut: Managing depression and anxiety in inflammatory bowel disease. Practical Gastroenterology, 34,(7),11-25. Gershon, M. (2003). The second Brain. N. -Y., États-Unis: Quill. Hall, G.B.C., Kamath, M.V.,Collins, S., Ganguli, S., Spaziani, R., Miranda, R., Bayati, A. & Bienenstock, J. (2010). Heightened central affective response to visceral sensations of pain and discomfort in IBS. Neurogastroenteroly and Motily, 22, 276–e80. doi: 10.1111/j.1365 2982.2009.01436.x Hoge, Brandstetter, K., Moshier, S., Pollack, M.H., Wong, K.K. & Simon N.M. (2009). Broad spectrum of cytokine abnormalities in panic disorder and posttraumatic stress disorder. Depression and Anxiety, 26, 447–455. DOI 10.1002/da.20564 Ladouceur, R., Freeston, M. H., Dumont J. et al. (1992). Penn State Worry Questionnaire: Validity and reliability of a French translation. Canadian Psychology, 33, 236. Ladouceur, R., Freeston, M. H., & Dugas, M. J. (1993, Novembre). L’Intolérance à l’Incertitude et les motifs pour s’inquiéter dans le trouble d’anxiété généralisée . Société Québécoise pour la Recherche en Psychologie. Québec, Canada. Maillard, M. H. & Snapper, S.B. (2010). Cytokines and Chemokines in mucosal homeostasis. Dans Inflammatory bowel disease (pp. 119-156). UK, West Sussex: Wiley-Blackwell. Mcewens, B. & Gianaros, P. J. (2010). Central role of the brain in stress and adaptation: Links to socioeconomic status, health, and disease. Annals of the New-York Academy of Sciences, 1186 (1), 190-222. |